venerdì 11 aprile 2008

SI VIVE DI SOLO PANE_1

PROLOGO
… ET DIVISERUNT SPOLIA SUA
All’inizio di ogni anno, il preside (chiunque egli sia… si passano parola), con il più ampio sorriso sulle labbra (ormai è un rito), mi conferisce l’ingrato compito di redigere l’orario curricolare delle lezioni raccomandandomi di distribuire a tutti i docenti buchi “ad abundantiam” per le eventuali supplenze.Con la morte nel cuore, sapendo ciò che mi attende, m’impossesso della scrivania della presidenza e nomino piantone Meliogabalo, l’erculeo addetto alla sorveglianza, mio assiduo socio nel gioco del totocalcio. Primo (è il suo nome di battesimo), digrignando i denti, con la sua eterna “piega amara” scolpita sul viso e un manganello sottratto ad un poliziotto che, tempo fa, aveva chiesto di usufruire urgentemente di un nostro bagno, intima a chiunque, compreso il capo d’Istituto, di non rompermi le scatole.Non appena mi seggo al tavolo di lavoro, ordino un espressino e passo in rassegna i volti dei miei colleghi con la ferma volontà di agevolare innanzi tutto me stesso e gli amici di ambedue i sessi (Estroverso, Minchiuzzi, Semprevergine, Ognimmorti) e poi quelli che mi sono meno antipatici tra i maschi (Maipago e Orsobruni) e le più piacevolmente dotate fra le femmine (la prima è la Bonelli).Scorrendo la bozza della mia opera immagino sorrisi di gratitudine e dimostrazioni di simpatia; perciò, rinfrancato, mi accingo a formulare l’impegno giornaliero degli altri colleghi. Man mano che sviluppo il quadro completo, mi accorgo che per far quadrare le ore curricolari è necessario, sempre, operare degli spostamenti strategici, quindi muovo le mie pedine così come faceva Napoleone sul campo di battaglia.Alla fine l’orario è pronto, ma il mio e quello dei miei amici sono i più “bucati”.Non appena mi accorgo dell’errore cerco di porvi rimedio, ma, gira e rigira, lo peggioro ancor più. Disperato corro in segreteria per munirmi di un altro “tabellone ”su cui ricominciare tutto e con gomma e matita riprovo, a casa. Dopo tre o quattro tentativi, che mi portano via ore di sonno e di tranquillità domestica, immancabilmente, il preside di turno, scocciato dalle suppliche che gli giungono da ogni parte, m’impone di consegnargli quello già pronto e indice il Collegio dei Docenti per la ratifica. In quella sede mi accade di tutto: alcuni vorrebbero abbracciarmi, i più massacrarmi; mi si urlano in faccia gli epiteti peggiori (forcaiolo, venduto, servo della gleba, figlio di buona donna, senza palle ecc...), mi si fa cenno con le mani a due parentesi tonde, mi si dà appuntamento fuori dell’Istituto per farmi il “maquillage” e altro che non sto a dire, mentre gli amici diventano nemici e viceversa.La mia segreta speranza, sempre vanificata, è che giunga un nuovo docente con tanto di palle quadrate, desideroso di acquisire notorietà attraverso la stesura dell’orario scolastico.Confortato da questa speranza, riesco, puntualmente, a presentarmi davanti ai cancelli del “Benpensante”.Il primo settembre, come tutti gli anni, ero lì…
tratto da Homosex - Si vive di solo pane di Natalino Lattanzi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile natalino lattanzi
che bello questo si vive di solo pane mi sono molto divertito! sino ad ora sulla scuola avevo letto solo starnone e pennac, l'ultimo libro diario di scuola, ma il suo mi sembra un nuovo filone, divertente e critico allo stesso tempo. io non ho mai amato la scuola ho smesso giovanissimo di andarci, e non ho mai amato la lettura a scuola, ma da una decina d'anni (adesso ne ho 35) ho riscoperto il piacere di leggere per me. da allora leggo tanto, e mi piace molto leggere non solo i libri "grandi" (tra i miei preferiti io uccido, il codice da vinci, camilleri, sciascia - sono siciliano), ma anche i brillanti autori che si scoprono su internet, quelli che grandi sono e saranno ma che magari non trovano spazio nell'editoria di oggi. secondo me lei meriterebbe di essere più conosciuto, io nel mio piccolo le prometto di "farle pubblicità". mi sono divertito tanto, specialmente a leggere si vive di solo pane, cara vecchia malasanità e il giudizio universale. anche le foto sono belle. ora voglio leggere quello sul cane, anch'io ho due cani, due chiwawa, non sono grandi come il pastore tedesco ma sono belli assai assai, lo stesso. scusi se ho scritto tanto ma l'ho sentito amico, l'ho sentito vicino, grazie alla sua bellissima scrittura.
ciao natalino lattanzi
da salvo

Natalino Lattanzi ha detto...

Gentile signor Salvo, la ringrazio delle espressioni di msimpatia che ha espresso per la mia scrittura, in particolare perché provione da un uomo di una terr che io amo moltissimo.
Se ne avrà occasione, torni sul mio Blog dove troverà ancora qualche altro episodio circa la scuola, con i suoi guasti, ma anche con con le tante piccole virtù che nasconde nella congerie di noi docenti mai sazi di vituperare le inutili riforme che ne hanno minato il buon funzionamento.
Troverà anche altro, come la continuazione del mio romanzo sui cani, sui miei cani che, purtroppo, ora non ho più.
Grazie ancora.
la saluto cordialmente
natalino lattanzi