sabato 14 marzo 2009

Chi ha ucciso Fico Beniamino?

Chi ha ucciso Fico Beniamino?
Il primo ad accorgersene fu Mimmo, il factotum, uomo zelante, volenteroso, sempre pronto ad accorrere in aiuto.
Mi dissero che era rimasto sconvolto.
Mi dissero che aveva pianto e asciugato le lacrime con una foglia presa da terra, da quella stessa terra che poi chiama a sé tutti gli esseri viventi.
Mi dissero che aveva allertato con solerzia le alte sfere, i dirigenti, che accorsero trafelati al capezzale di Fico Beniamino. Mi dissero, anche, che la commozione si tagliava a fette e che i lamenti erano così alti a invocare vendetta, tremenda vendetta.
Perché è morto Fico Beniamino? E’ stato il fato, il destino o, come tutti pensiamo, vi è una regia nera che agisce nascosta e che ne ha deciso la fine?
Chi ha ucciso Fico Beniamino?
E’ un dilemma ancor oggi irrisolto, ma le indagini proseguono e pare stiano per svelare il malfattore. Gli assassini sappiano, i nodi verranno al pettine e presto cadranno nelle mani della giustizia
L’altro giorno s’è tenuto consulto. Due necrofori hanno confabulato tra loro, si sono seduti a tavolino e hanno deciso per un’autopsia assistita. Le indagini saranno capillari, partiranno dalle radici. Ciò che sfugge all’uno non sfuggirà all’altro.
Fico Beniamino, è certo, è stato assassinato. Probabilmente con del veleno. Da chi? Questo spetterà al tenente Colombo di turno scoprirlo.
Ora tutti siamo contriti; ciascuno pensa di avere qualche responsabilità nella sua fine. E’ vero, avremmo potuto salvarlo, avremmo potuto curarlo, coccolarlo, parlargli, magari fargli ascoltare della buona musica per tirargli su il morale.
Era da un po’ di tempo che lo vedevamo intristire, assumere quel colorito giallastro che indica inequivocabilmente uno stato di salute malferma.
Ma chi poteva pensare che sarebbe andato incontro a una così tragica fine!... Ricordo quando giunse da noi. Lo guardammo tutti con ammirazione. Alto, snello, verde per i giovani anni. I suoi tutori ci dissero: trattatelo bene, è giovane, deve crescere ancora!
Una collega di bell’aspetto lo guardò ammirata e la sentimmo esclamare: Va là, guarda che fusto! Quando si accorse che il suo commento non ci era sfuggito, arrossì, ma ripeté: perché volete dire che non è un bel fusto? Il nostro silenzio significò più di mille parole.
Fu così che lo accettammo, che divenne importante. Gli stessi dirigenti, incontrandolo, gli sorridevano compiaciuti.
Col tempo, però, subentrò l’abitudine.
Come dicevo, le indagini proseguono e non si fermeranno finché il responsabile o i responsabili non cadranno nelle mani della giustizia.
Ma noi come faremo, come sopravvivremo senza Fico Beniamino?
Si avverte nell’aria la sua mancanza, l’ondeggiare della sua folta capigliatura, il suo fruscio gioioso allorquando incrociava qualcuno di noi.
Non che fosse benvisto da tutti; molti, infatti, lo strattonavano, approfittavano della sua inerzia per beffeggiarlo, tirarlo, a volte, addirittura sino a farlo cadere per terra, sicuri che mai avrebbe reagito.
Sono sempre i migliori che se ne vanno!
Oggi, poi, sono arrivate le forze dell’ordine per ascoltare, spiare i nostri volti, riconoscere lo sguardo perverso, gli occhi malandrini, loro che sono avvezzi a individuare, così, a naso, i colpevoli dei più gravi misfatti.
Scusatemi, sento Opunzia, gridare, ora la vedo correre strappandosi in capelli per i corridoi inondati di luce. Un carabiniere la raggiunge, Opunzia si lascia cadere scomposta per terra, il carabiniere la solleva per le spalle,la tiene ferma.
Opunzia si dispera e grida: non sono stata io, cercate Lorenzo… è lui il colpevole!
Lorenzo è in sala informatica, al computer osserva l’andamento delle sue azioni in borsa, quando il maresciallo gli mette le manette e gli ricorda, come nei film americani, i suoi diritti.
Lorenzo non reagisce e confessa: dovevo farlo, non ne potevo più, le sue foglie cadevano non appena finivo di ramazzare… Era un lavoro senza fine!

Da "Racconti" di Natalino Lattanzi