venerdì 26 febbraio 2010

LE COMMISSIONI D'ESAME

LE COMMISSIONI D’ESAME
Come il solito sono in ritardo. La convocazione è per le 16.00. Sono le 16.10 ed io sono ancora a casa incantato dalle evoluzioni del mio nipotino Matteo che gira per casa e fa croa- croa come la rana.
Saverio mi riporta alla realtà.
Cazzo, hai detto che saresti passato a prendermi e sono giù a farmi congelare il pisello. Ti decidi?
Certo, sono già giù.
Il traffico è inesistente. Tutti, o quasi, a quest’ora fanno la siesta. Passa solo qualche veicolo che erutta fumo bianco nella digestione della benzina.
Saverio è lì, sotto il cancello di casa e passeggia nervosamente.
Cacchio stavi facendo? Mi chiede quando lo invito a poggiare il suo disturbo sul sedile della morte.
Non gli rispondo per non innescare il solito duetto in cui ricorrono i gattini del mio condominio.
Ci pensa lui però: Seghette ai gattini, vero?
Seghette ai gattini è la mia risposta preferita quando mi chiedono cosa faccia nei momenti di relax. Ora i miei amici si rispondono da soli, non aspettano manco che io tiri fuori qualche altra cazzata: Eppure di cazzate , cacchio se me ne vengono!
Recito il mea culpa perché mi hanno tolto il gusto della battutaccia.
I gatti che sostano in cortile, in verità, sono tanti e ci vorrebbe qualuno che li impegnasse eroticamente per impedire che maschi e femmine continuino ad accoppiarsi sfornando decine di cuccioli che poi diventano grandi e s’accoppiano anche loro. Ecco, ci vorrebbe qualcuno che li stancasse, che li facesse sentire sessualmente soddisfatti senza la collaborazione degli etero che miagolano in calore non appena si affaccia un marcantonio tipo Romeo e un pezzo di femmina come Duchessa (gli Aristogatti, per chi ne ha memoria).
Un tempo, quando Ira e Ouzo, i mie giganteschi pastori tedeschi, mi portavano a passeggio, si creava il deserto: c’era un fuggi -fuggi generale di felini che interrompevano la copula al ruggito delle mie due belve. Ora, purtroppo, vi sono solo degli York-shire che si fanno fare pure loro dai grossi maschi coccolati dalle vecchie barbute di Via Kolbe con croccantini e pesce di prima qualità.
Storco le labbra nel ghigno che sfoggio quando non so cosa dire ed emetto il mio righio famoso tra alunni e colleghi:grmmmm.
Prendiamo un caffè?-dico per distoglierlo da pensieri lubrichi.
Tu non l’hai preso?
No, non ne ho avuto il tempo:
Io invece sì… e poi è tardi.
Se mia nonna, appena nato, non mi avesse dato un cucchiaino di caffè, ora non sarei un caffeinomane e un nicotininomane convinto e sopravvivrei felice senza avvertire l’urgenza della pausa che fa tanto incacchiare Brunetta, l’ottavo nano di Biancaneve.
Mi rassegno e guido sino al Polivalente. Stoppo la macchina nel grande parcheggio senza grattini di cui mi servo da circa vent’anni e invito Saverio, che si è appisolato,a sloggiare.
Lui si schernisce: non stavo dormendo- mente.
Si gratta la pelata, poggia il destro sul selciato e schiaccia un escremento che potrebbe essere animale se non fosse del nostro collega incontinente,abituato ai grandi spazi della Jungla: Fallonio.
Saverio sacramenta, striscia la scarpa per terra, prende la racchetta di un gelato da passeggio, il Lola, che non si produce da cinquant’anni, e smuove, per quanto è possibile l’elemento organico dalla suola di para.
Cazzo, è un reperto storico e tu lo tratti come uno spazzolone del Water!
Saverio mi guarda storto.
Il puzzo, comunque, persiste.
L’atrio dell’Istituto è affollato. L’odore dell’organico si fonde con le profumazioni francesi delle colleghe e il Proraso del docente di Elettronica. Qualcuno dà di stomaco.
Ci rifugiamo nell’androne con la speranza che il personale addetto alle pulizie sopravviva allo spregevole compito.
Del Sole, Saverio, cioè, ne approfitta per calare la scarpa nel secchio dell’acqua e si bagna persino i calzini; rivolge, mistico, il pensiero ai cari di Tarzan e batte il piede per terra a scrollare un po’ del liquido puzzolente marrone che trasuda la sua Valleverde.
Arriva il preside. Anche lui è in ritardo.
Men’ uagnun’, facim’ subt’.
Le commissioni da formare sono tante: quattro per i geometri, cinque per gli aeronautici e quattro per i nautici.
Ebbene sì, copriamo terra, mare e cielo.
Nessuno di noi vorrebbe essere membro interno perché è una grande rottura di coglioni, per giunta retribuita male, ma qualcuno deve pur essere sacrificato sull’altare della cultura.
Io, per fortuna, sono membro esterno e me ne fotto, ma tanti, come Saverio, il mio socio, sono chiamati al dovere perché sulla base delle materie scelte dal ministero, obtorto collo, devono sottostare; però, non è sufficiente. E’ necessario che altri vengano martirizzati per la definizione della commissione perfetta.
Il primo a dichiarare la sua indisponibilità è Fallonio. Così come non ha versato il contributo di 13 € per il fondo cassa sociale, non è nelle condizioni di assicurare il servizio per la Maturità. Le scuse sono le solite: moglie, banane per Cita e Kerchak, ominidi, i figli, da accudire e le liane che si accorciano quando il tempo è cattivo.
Ci commuove con il suo pianto afro-greco e applaudiamo. Tulliolo s’incazza e chiede di essere esonerato perché se Fallonio è preoccupato per le banane(sa per certo, inoltre, che Cita è la moglie e non la scimmietta da passeggio),lui è preoccupato per le storie che girano sulla riduzione delle ore di compresenza nella sua disciplina, cosa che lo costringerebbe l’anno prossimo a stare in aula e non a stazionare in portineria a memorizzare il registro delle supplenze
Il brusio innescato dal gran rifiuto diventa cagnara: nessuno vuol essere membro interno.
Cazk ilpolacco si chiede perché sempre lui debba prenderla nel boffice e manda affanculo Saverio che lo vuole con sé membro interno della mitica VD.
Mitica è dir poco se si pensa che la classe è composta da quindici scapocchioni che non aprono libro dal primo anno di corso. Per questo Cazk s’incazza.
Il preside richiama tutti all’ordine e procede per classe di concorso.
Esordisce: Saltiamo, perciò, la A050 perché è dei membri esterni.
Ma chi cazzo sono quelli della A050? –sbotta il collega Trinciatutto.
Ma dai, che lo sai…sono quelli di lettere.
Ah.
Sfoglia il carteggio che ha posato sulla grande scrivania e:Vediamo la A019?
Ma chi cazzo sono?-- risbotta Trinciatutto col consenso dell’intera platea.
Litalica e Airone.
Preside, non sono litalica, ma Italica.
Se è per questo manco io sono Airone, ma Aquilani.
Sì, ma che cazzo insegnate? Interroga Di Giovanni che prima d’insegnare circolazione aerea faceva il rappresentate di pecorino romano.
Materie Giuridiche!
E tanto ci voleva a dirlo?...- riprende Trinciatutto. Preside, mi ascolti, continuiamo col nome vero non con quelle cacchiate dei numeri.
E va be’. Allora, Italica e Aquilani sono membri interni rispettivamente della A e della D.
Ancora? Ma è tutti gli anni, e poi a noi di Diritto ci fanno fare pure i segretari, cioè un mazzo così!si strappano i capelli i giuristi
Ragazzi, non posso farvi niente. Qui ci sono incroci fra classi, meglio, fra consigli di classe. Come faccio io a formare le commissioni se tutti vi tirate indietro.
Noi non siamo tutti, siamo quelli di diritto.
Si e poi –s’infervora il Primus-quando chiamerò quelli di disegno tecnico quelli mi diranno no, quelli d’impianti si ribelleranno e così via tutti quanti.
Preside, a proposito, noi di Impianti di quale classe di concorso siamo? Io sapevo di essere della A035, mo mi hanno detto che sono nella sedici…
No, la sedici è quella di Saverio!
Natalino, non confondermi.
Io volevo aiutare…
Ma che aiutare…
Mi sembra che sono nella C0030- fa da paciere Saverio.
No Saverio, quellaè del laboratorio di agraria.
Non ci capisco più niente, in quale classe sono, si può sapere?
Saverio, qui stiamo per le commissioni! Quando finiamo, vieni in presidenza e ti faccio vedere.
Sì, ma quella delle classi di concorso è un casino! Le hanno cambiate tutte…
Franco, tu devi sapere che per il D.M. del 27 maggio 2011, articolo 943, comma 1
Ma come, se siamo ancora nel febbraio 2010?
Ma l’hanno già fatto, l’hanno già fatto. Tra un anno ti farò vedere il bollettino ufficiale… comunque, come dicevo, per il D.M. che ti ho detto, tutte le classi di conconcorso subiscono una variazione. Ad esempio, quelli di lingue confluiscono nella classe AC47.
Ma non è quella per l’insegnamento dello strumento del clarinetto?,
E beh, e che tu non lo sai che per usare il clarinetto devi adoperare la lingua? Ragazzi, dovete slinguare se volete usare il clarinetto!
Ho capito, ci sta prendendo per il culo!
Allora, torniamo alle commissioni…
Preside-s’incazza Cazk- perché io lo debbo fare e Lunacci no? Questo non mi piace. E che …
Nicola, è un piacere che ti chiedo…
Ma che piacere, è una rottura di scatole! La colpa è di Del Sole. Io non lo dovevo fare, me l’aveva promesso…poi è venuto Saverio a piangere e…
Promesso proprio no, comunque ti posso chiedere un piacere? Sorride il dirigente
Ma questo è l’ultimo. Poi non venga a dire che sono cattivo…
Ma che cattivo, è che tu sei di Bitonto!
E che vuol dire?
Dai, sei dello stesso paese di Lunacci. Sit’ pacci tutti e due.
Ah, sì, quelli di Bitonto sono pazzi? E mo non lo faccio più, mi do ammalato.
Dai, Nicola, stavo scherzando.
Mo sì!
Fuori la luna è alta nel cielo, bianca, nivea nel suo lindore immacolato. Non c’è traccia di smog nella periferia japigina; lo abbiamo inspirato tutto noi con lo sguardo rivolto al cielo, uscendo dall’antro infernale. Nell’ombra qualcuno mi prende per mano e sussurra: facciamo come quando eravamo ragazzini, andiamo a pomiciare soli io e te, al lungomare, con le stelle che stanno a guardare.
Lo mando affanculo: E’ Saverio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Maronna, si arriva alla fine del racconto senza fiato e sganasciati dal ridere. Almeno si spera in un lieto fine, ma una ipotetica pomiciata con Saverio non è un lieto fine... :-) Bravo lo z', continua sempre così che sei forrrrrte, però sarebbe ora che tu raccogliessi tutti i tuoi scritti e li mandassi a un editooooore!

Anonimo ha detto...

Questo è il migliore in assoluto tra i raconti "scolastici".Tutto il racconto fa molto ridere, l'omaggio alla quinta D era d'obbligo ;).Poi il finale è un capolavoro, "ma dai" viene da pensare "Natalino si è messo a scrivere di sentimenti e Lune!",la smentita ha il sapore di una grassa risata.